Le case produttrici delle console per videogiochi hanno trovato un accordo piuttosto ambiguo. A seconda dei punti di vista, tale accordo potrà servire per ridurre i consumi energetici delle proprie piattaforme, ma potrebbe anche al contempo, secondo altri, ridurre il proprio impegno ad inquinare di meno. Ma cosa è successo? Analizziamo i fatti nel dettaglio.
L’accordo tra Nintendo, Sony e Microsoft
Dietro la spinta della Commissione Europea che, più di altri organi internazionali, sta tentando in tutti i modi di regolamentare il consumo energetico e, di conseguenza, ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera, alle tre case produttrici era stato intimato di ridurre i propri consumi. La richiesta era pervenuta in seguito alla conferma che rispettivamente la Wii U, la PlayStation 4 e la Xbox One consumavano dalle 2 alle 3 volte in più delle Wii, PlayStation 3 e Xbox 360. Stiamo parlando di consumi enormi dato che se le console di vecchia generazione avevano venduto oltre 250 milioni di pezzi complessivamente in tutto il mondo, si stima che tali cifre possano essere raggiunte, o superate, anche da queste. Con la differenza però di avere un consumo doppio o persino triplo.
Per questo motivo, alla fine, dopo anni di dibattiti, le tre case produttrici hanno ceduto ed hanno accettato l’accordo. Esso prevede che verranno apportate delle modifiche, per quanto riguarda i consumi energetici, alle attuali piattaforme, e ne verranno prodotte altre in futuro meno inquinanti, in modo tale da arrivare a risparmiare un Terawattora complessivamente nel 2020. Detta così, sembra un obiettivo molto importante, ma le associazioni ambientaliste non sono d’accordo.
La protesta degli ambientalisti
Le associazioni ambientaliste, con Legambiente in testa, protestano. Secondo loro infatti l’accordo firmato dai tre colossi servirà semplicemente per evitare che la Commissione europea gli imponga degli obblighi ancora più stringenti. Quel che lamentano le associazioni è che, allo stato attuale, la riduzione dei consumi avvenga soltanto per le attività collaterali delle console, ovvero per esempio mentre si guardano i film piuttosto che si ascolti musica. Ma almeno per ora e per i prossimi anni non si prevedono riduzioni di consumi mentre si gioca.
Altro punto oscuro è il consumo energetico quando le console sono in stand-by, ovvero quando non sono accese ma nemmeno spente, rimangono in attesa e consumano ugualmente energia, anche se meno di quando sono attive. Ebbene, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia il solo stand-by per tutte e tre le console consumerebbe una cifra che si aggira sugli 80 miliardi di dollari l’anno, uno spreco inutile e di proporzioni colossali. Senza contare che gli accordi più stringenti, che partiranno dal 2017, non sono vincolanti e quindi i tre operatori possono anche violarli senza incorrere in sanzioni.
Infine, conclude Legambiente, secondo gli ambientalisti l’Europa avrebbe potuto imporre un taglio molto più netto, fino addirittura a 16 terawattora (non uno solo), che equivalgono all’incirca al consumo energetico annuale della sola Grecia. E invece, con questo accordo, Sony, Nintendo e Microsoft escono pulite con uno sforzo minimo, raggirando l’ostacolo. Basterà? Al momento alla Commissione Europea sembra di sì visto che sul finire del mese scorso ha approvato il progetto. Le associazioni ambientaliste sperano invece che, in futuro, la Commissione possa tornare sui suoi passi e chiedere uno sforzo in più.