Di videogiochi cinematici ne abbiamo visti tanti negli ultimi anni, a partire da Heavy Rain fino al più recente Life is Strange, ma probabilmente quello che ha suscitato maggiori polemiche è The Order: 1886. Il motivo di tale sommossa popolare è che, a differenza degli altri, questo titolo è registrato come gioco d’azione/sparatutto in terza persona e perciò gli utenti che l’hanno pagato a prezzo pieno (circa 70 euro al momento dell’uscita, essendo esclusiva PS4) pensavano di poter avere più azione. E invece si sono ritrovati a giocare ad un titolo che è poco più che un film interattivo.
Trama e gameplay
Il punto forte di The Order: 1886, in quanto molto basato sulle cutscene, è ovviamente la trama. Il titolo è ambientato nella Londra di fine XIX secolo e ci mette nei panni di Sir Galahad, un Cavaliere dell’Ordine che opera in una Londra steampunk e futuristica, nella quale tra i camini fumanti e le prime armi da fuoco si mescolano anche licantropi, vampiri e altre mostruosità. L’Ordine, fondato secoli prima da Re Artù, ha il compito di mantenere la pace in Inghilterra, e difatti ci troviamo nel bel mezzo di una rivolta popolare da sedare. Come ogni storia che si rispetti, non mancheranno colpi di scena, trame segrete e sotterfugi.
Il gameplay è quello classico degli sparatutto in terza persona moderni. La visuale è alle spalle del protagonista e ci permette così di affrontare sparatorie molto frenetiche grazie al sistema che ci permette di ripararci dietro gli ostacoli, ma anche di agire in maniera stealth e mettere fuori gioco i nostri nemici alle spalle. Non mancano sangue a fiumi e armi futuristiche inventate da uno dei più grandi scienziati dell’epoca, Nikola Tesla.
Il problema delle cutscene
I primi problemi si notano sin dall’inizio, e cioè dalla presenza delle due bande nere presenti sopra e sotto la schermata che restringono lo schermo e lo fanno assomigliare ai vecchi film da cinematografo trasmessi in 16:9. Un bel fastidio, specialmente all’inizio finché l’utente non si abitua, che costringe a sforzare la vista per leggere le scritte in sovrimpressione. Gli sviluppatori hanno “mostrato i muscoli” con una grafica sensazionale, arrivando perfino a confonderci tra cutscene e scene di azione in quanto non c’è uno stacco ma l’azione è consecutiva alle scene filmate. Da questo punto di vista il lavoro è egregio, il problema è che però alla lunga questa scelta può risultare piuttosto noiosa. Sulle circa 6 ore di durata del gioco, di azione vera e propria ci saranno 2 ore, 2 ore e mezza al massimo, per il resto sono tutti o filmati o scene in Quick-Time (filmati nei quali si può interagire premendo i tasti). Inoltre, essendoci poca azione, si sperava che almeno i filmati tenessero viva l’attenzione. E invece in molti punti sono lenti, al limite della noia, e così dopo un buon inizio, dopo un paio d’ore di gioco non fatichiamo ad immaginare utenti che si addormentano davanti allo schermo acceso.
Conclusioni
Per concludere possiamo affermare che The Order: 1886 è un gioco che, dal punto di vista tecnico, è fatto benissimo. Vanta infatti uno dei migliori comparti grafici e sonori (è doppiato in italiano) mai visti non solo su PlayStation 4, ma su tutte le piattaforme in generale. Da questo punto di vista il lavoro di Ready at Dawn è stato eccellente. Molto meno invece sulla costruzione della storia, come detto a volte molto lenta, e soprattutto sul suo sviluppo. La trama c’è, ed è interessante anche se a volte risulta un po’ riciclata da vecchi clichè. Il problema è che si tratta di un videogioco, non di un film, e quando una persona acquista un videogioco…vorrebbe giocare!
Voto finale: 7