Tropico 5 – recensione: i dittatori attraversano le epoche

Difficilmente oggi un gioco gestionale che non si chiami The Sims, o non abbia il nome Sim all’interno, ha tanto successo. Eppure ci sono tanti prodotti che meriterebbero un po’ di spazio. Se lo sta ritagliando il franchise Tropico che, dopo essersi guadagnato la sua nicchia negli scorsi anni, questa volta è pronto per un vero e proprio salto di qualità. Il gioco in questione è Tropico 5, vero e proprio esame di maturità, passato a pieni voti, per Kalypso Media e Haemimont Games. Andiamo ad analizzare questo videogioco per PC, Mac, PS4 e Xbox 360.

Un viaggio nella storia della dittatura

Gli appassionati della saga sin dai primi minuti di gioco scopriranno una novità davvero interessante: gli anni passano e le epoche cambiano. Mentre fino a Tropico 4 non si cambiava epoca, prendendo probabilmente spunto da titoli “storici” come Civilization, anche Tropico ha deciso di far progredire le epoche. C’è infatti la possibilità di giocare ad una delle 4 epoche moderne (età coloniale, guerre mondiali, guerra fredda e tempi moderni) vedendo progredire la ricerca scientifica, ma anche il pensiero e l’indipendenza dei propri tropicani, e persino gli edifici, le strade, i veicoli e tutto il resto. Il primo impatto con il gioco è ottimo perché si nota subito un certo dinamismo che prima mancava.

tropico

Se il gioco farà impazzire i “tropicani” dei vecchi capitoli, piacerà subito anche ai dittatori novizi. Il tutorial è ben fatto, semplice e veloce, niente di eccessivamente lungo da diventare stancante, ma della longevità giusta per imparare almeno le basi del gameplay. Per chi non lo conoscesse, il franchise di Tropico vi mette nei panni di un dittatore di un’isola sperduta in qualche oceano del mondo, e vi chiede di gestirla nel migliore dei modi. I suoi punti di forza sono soprattutto l’ironia, con la presenza di personaggi improbabili e missioni ai limiti della follia, ma anche la completezza visto che tra decine di edifici a disposizione c’è da perdersi. A questi poi si aggiungono le novità delle opzioni costituzionali, gli editti e le politiche da scegliere, tutte cose che faranno arrabbiare una parte del popolo e invece gioire un’altra parte, sperando che i turisti non si spaventino e scappino via per le troppe sommosse popolari.

Gameplay e comparto tecnico

Il gameplay è il classico dei manageriali: fare investimenti in cultura, economia e nel sociale, cercando di far quadrare i conti ma al contempo permettendo al proprio popolo di progredire, acquisire nuove abilità ed essere sempre felice. La popolazione si arrabbierà per ogni cosa, dall’assenza di edifici religiosi al buco di bilancio, e nonostante siate dei dittatori, così come siete saliti in fretta al potere, potete anche perderlo. Il comparto tecnico è eccellente, la grafica non ha nulla da invidiare a titoli più rinomati, quello sonoro è di buon livello ed il doppiaggio in italiano è ottimo.

tropico 5

Tropico 5 ha una curva di apprendimento molto elevata ed una durata dell’attenzione piuttosto longeva. Almeno finché non finirete la campagna di base e non giocherete ad uno degli scenari disponibili non vi stancherete mai di giocarci. Quel che forse manca è un ulteriore livello di profondità, quel quid in più che permette ad altri grandi titoli come per esempio SimCity o Civilization di giocarci e rigiocarci mille volte senza mai stancarsi. Se amate i giochi manageriali, non potete perderverlo!

Voto: 8.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *